Peste suina, rimosse dall’UE le ultime misure restrittive per la Sardegna
Coldiretti: «Un traguardo storico per l’isola. Ora attenzione alle carni importate». Soddisfazione per la notizia giunta da Bruxeles anche da parte della Regione.
CAGLIARI | 20 settembre 2024. Una lunga battaglia durata oltre quarant’anni, ma alla fine gli allevatori suinicoli della Sardegna l’hanno vinta. C’è grande soddisfazione da parte di Coldiretti Sardegna per la notizia arrivata oggi da Bruxelles che ha visto gli Stati membri Ue, all’unanimità, decidere di rimuovere tutte le ultime misure restrittive che erano ancora in vigore nell’Isola per via del virus della peste suina africana. «Sono stati anni di sacrifici eroici per chi ha portato avanti e continuato a condurre le proprie aziende nella regolarità e legalità, combattendo anche al fianco delle istituzioni per eliminare definitivamente la Peste suina africana dalla Sardegna. Oggi a festeggiare la notizia dell’ufficialità all’eradicazione in Sardegna della Psa è un settore che per decenni ha sofferto e fronteggiato mille difficoltà economiche. Ma da oggi potrà aprire nuove strade e nuovi mercati».
«È un risultato storico che ha visto la vittoria di tutta la Sardegna – sottolinea ancora Coldiretti – e non è frutto dell’azione di un solo colore politico ma è un’azione portata avanti dalle varie Giunte che si sono susseguite nel tempo. Dai primi passi con il commissario nominato dall’allora assessora Simona de Francisci (Giunta Cappellacci), all’azione dell’Unità di Progetto istituita dalla Giunta Pigliaru, con l’assessore Luigi Arru che aveva dato uno scossone fondamentale soprattutto nella realizzazione di una linea dura nei confronti del brado. Tanti hanno collaborato e portato avanti la battaglia, compresa la Giunta Solinas attraverso il lavoro dell’Izs con Filippini che ha dato un segnale pesante in continuità con quanto ha fatto dalla Giunta precedente e quella attuale che ha sostenuto il percorso fatto».
In tutto questo lavoro messo in campo dalle istituzioni e dai veterinari con le Asl, però, «i veri meriti per il raggiungimento di risultato storico vanno agli allevatori, quelli veri, che hanno sempre rispettato la sicurezza nei loro allevamenti e che nonostante l’embargo di 13 anni, hanno continuato a fare attività e lavorare con grandissime difficoltà», sottolinea Battista Cualbu, presidente Coldiretti Sardegna. «Adesso però serve attenzione sulle carni suine che arrivano in Sardegna dal continente perchè constatiamo che al momento le stesse restrizioni, rigidità e controlli adottati per la Sardegna non si stanno mettendo in campo per le carni in arrivo dalle altre regioni. Preoccupa non poco l’ingresso delle carni dal Nord Italia che stanno entrando anche a prezzi molto contenuti», conclude Cualbu.
Sul risultato raggiunto interviene anche il direttore Coldiretti Sardegna, Luca Saba, che aggiunge: «Se con le restrizioni è stato facile tenere chiusa un’isola come la nostra, dall’altra non era facile per chi vive di allevamento suino continuare a combattere con quelle limitazioni di mercato, anche per chi è sempre stato in regala lavorando nella legalità e questo è il vero merito. Adesso possiamo mettere in campo tutte le azioni per accompagnare le nostre aziende in un percorso di crescita come stiamo già facendo con alcuni importanti progetti come quello sul maialetto Igp e l’istituzione del comitato».
La soddisfazione della Regione
La notizia è stata accolta con grande soddisfazione anche dalla presidente della regione Alessandra Todde. «Quella arrivata oggi da Bruxelles è un’ottima notizia, la Commissione Europea ha finalmente riconosciuto che la Sardegna ha fatto un eccellente lavoro e sconfitto una terribile malattia degli animali che ha lungamente martoriato la nostra isola, con un impatto economico e sociale devastante, soprattutto per le popolazioni delle nostre zone interne. Siamo riusciti in un’impresa che dieci anni fa in molti consideravano impossibile da realizzare. È un ottimo esempio dei risultati che i sardi possono ottenere quando riuniscono le loro forze attorno ad un obiettivo condiviso».
«Questo importante risultato – ha aggiunto Gian Franco Satta, l’assessore dell’agricoltura e riforma agro-pastorale – ci riempie di orgoglio, ma allo stesso tempo di grande responsabilità perché proprio ora che siamo arrivati a questo traguardo non occorre abbassare la guardia ma perseverare nelle azioni necessarie ad evitare che la malattia possa ripresentarsi, soprattutto nello scenario nazionale ed internazionale che vede altre regioni d’Europa in grande difficoltà».
«La Peste suina africana sta imperversando in mezza Italia. La Sardegna è un modello da seguire – ha affermato l’assessore dell’Igiene e sanità Armando Bartolazzi –, in particolare da quelle regioni, come la Lombardia, che oggi si trovano in grande difficoltà. Anche nell’isola la malattia sembrava impossibile da sconfiggere, ma grazie ad una strategia ben disegnata, basata sulla scienza e ad un modello organizzativo straordinariamente efficace si è ottenuto un risultato che non troppi anni fa molti ritenevano irraggiungibile. Ma non dobbiamo abbassare la guardia, la PSA potrebbe arrivare nuovamente e colpire duramente».
Arrivato in Sardegna nel 1978, il virus della peste suina africana – la più terribile malattia contagiosa dei suini, domestici e selvatici – ha circolato nell’isola per oltre quarant’anni, fino al 2019.
«Ora non bisogna abbassare la guardia perché il rischio di nuova introduzione dall’Italia dove il virus sta circolando in modo preoccupante non è trascurabile sia con la sorveglianza sia con i controlli nei porti. Abbiamo chiesto al Commissario Nazionale di attivare controlli in partenza così come ha fatto la Sardegna per tanti anni per mitigare questo rischio», concludono Todde, Bartolazzi e Satta.
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