Pochi poliziotti al Commissariato di Olbia: la denuncia del segretario Siulp Massimiliano Pala
Ancora irrisolta l’emergenza organici negli uffici della Polizia di Stato di Olbia. A denunciarlo nuovamente il segretario provinciale del Siulp Massimiliano Pala, che nei giorni scorsi ha richiesto l’intervento della segreteria nazionale del sindacato per sollecitare il Ministero dell’Interno affinché dia corso a un adeguato ripianamento della pianta organica del Commissariato. Il Presidio gallurese infatti opera ormai in una città con più di 60mila abitanti, ma con una dotazione di personale rapportata alla situazione anagrafica di fine anni ’80 primi anni ’90, epoca in cui a Olbia risiedevano circa 35mila persone.
«La situazione – afferma Pala – è diventata ancora più drammatica del quadro tratteggiato nel maggio 2021». Infatti, oggi nel Commissariato sono presenti solo 60 unità, compresi due Commissari e il Dirigente. In prospettiva, a rendere il quadro ancora più allarmante e complesso, c’è il fatto che entro l’anno diversi operatori andranno in quiescenza per raggiunti limiti di età e così avverrà anche nel biennio 2023/2024. Questo significa circa 10 unità in meno in organico.
«Nel corso degli anni, indiscutibilmente – continua Pala –, inadeguate sono state le assegnazioni di personale disposte dal Dipartimento della Pubblica Sicurezza. In tal senso paradigmatica è la circolare del 30 novembre 2021, relativa alla seconda fase del piano di potenziamento per il biennio 2021/2022, dove è previsto per la Questura di Sassari (e uffici sua diretta propagazione) nei mesi di Febbraio e Giugno l’assegnazione, rispettivamente, di 6 e 10 appartenenti al ruolo agenti e assistenti».
Numeri insufficienti che dimostrano «lo scollamento tra le reali esigenze dei presidi periferici e ciò che intende adottare il Ministero dell’Interno, in particolare per la Provincia di Sassari si palesa con un piano di potenziamento che lascia a dir poco esterrefatti della scarsa considerazione riservata».
Lo stato attuale diventa ancora più paradossale se si tiene conto delle competenze del Commissariato di Olbia: «tra le più vaste e variegate dell’Isola – sottolinea il segretario –, con un’ampia giurisdizione e una popolazione residente di circa 62.000 persone a cui va sommata una quota riconducibile a quelle persone, italiane e straniere, che sebbene stabilitesi “in loco”, di fatto, non hanno regolarizzato la loro situazione civica».
Afflusso quest’ultimo dovuto «principalmente al “boom” economico che ha interessato tutta la Gallura e che ha attratto, oltre che l’arrivo di persone oneste e laboriose, anche un elevato numero di individui dalla dubbia condotta morale e civile, attratti dai benefici dell’indotto connesso all’imprenditoria turistica e dal campo dell’edilizia. Si è arrivati, quindi, ad avere una popolazione “multietnica” con un elevato spessore delinquenziale, le cui caratteristiche appaiono talvolta addirittura “estranee” alla criminalità tradizionale isolana».
Per cui, questa nuova composizione demografica ha dato origine ai reati tipici della microcriminalità e della criminalità organizzata, con un’incidenza ben sopra la media isolana, imponendo al personale della Polizia di Stato di stanza a Olbia di confrontarsi, quotidianamente, con una realtà davvero “sproporzionata” rispetto alle forze a disposizione.
Da qui parte la riflessione del segretario del Siulp: «Se si considera che Oristano e Nuoro, città con una popolazione inferiore a Olbia, sono dotate di uffici di rango adeguato e di personale in numero nettamente superiore, non si riesce a capire come mai il commissariato della città gallurese non sia stato ancora potenziato. Non solo rispetto alla comparazione tra abitanti, kmq da vigilare e presenza sul territorio di un poliziotto, ma anche per la mole di lavoro svolto che lo rende paragonabile a una Questura. Infatti, non si contano le denunce, querele ed esposti trattati, le innumerevoli pratiche di Polizia amministrativa e sociale, servizi di controllo del territorio, di scorta e tutela a personalità, investigativi, informativi e di ordine pubblico».
«Tutti gli uffici sono in sofferenza – prosegue Pala –, in particolare la Squadra volante, chiamata al controllo del territorio e a occuparsi dei più disparati servizi d’istituto, ordinari ed eccezionali, di ordine e sicurezza pubblica, contrasto al Covid-19 e di polizia giudiziaria. Per quanto concerne la cosiddetta Polizia amministrativa e sociale, ufficio deputato anche alla trattazione delle pratiche che riguardano i cittadini stranieri e la loro regolarizzazione sul territorio italiano, sovente il personale è impiegato in altre mansioni, come i servizi di ordine pubblico».
Dunque, per il segretario Siulp «la situazione venutasi a creare è oltremisura gravosa, in quanto l’attuale pianta organica non è sufficiente ad assolvere i diversi e complessi servizi d’istituto. Condizione tra l’altro che sta mettendo a dura prova la professionalità e la pazienza degli operatori di Polizia che diuturnamente, con sacrificio e dedizione, fanno sentire la loro presenza in strada a fianco dei cittadini nonostante l’evidente difficoltà. A ogni buon conto, è impensabile pensare che, per sopperire alle mancanze dell’Amministrazione, si debba stremare fino all’inverosimile il personale in servizio».
In una comparazione con le altre forze dell’ordine del territorio – conclude Pala –, balza all’occhio il presidio dell’Arma dei Carabinieri, elevato a Reparto Territoriale e potenziato con un congruo numero di militari e mezzi. Così la Guardia di Finanza, che ha promosso il presidio in Comando Gruppo. La Polizia di Stato al contrario, invece, è rimasta ferma al palo con una pianta organica vecchia più di quattro lustri, in una città che nel corso di tutti questi anni ha visto crescere in maniera consistente la popolazione residente, originando anche un aumento esponenziale di reati di varia natura.