Presentato al MacLula il libro di Giuseppina Doneddu “Faccia di Luna”
Un’esperienza di volontariato in un villaggio del Madagascar e testimonianza dell’estrema povertà nell’incantevole isola rossa africana.
LULA | 15 giugno 2024. La rappresentazione dell’economia del Madagascar ci dà un quadro di estrema drammaticità e l’Isola africana risulta tra le realtà più povere del mondo. Metà della popolazione vive in una condizione e stato di necessità, anche se dal 2023 registra una crescita del 4,2% per l’incremento delle risorse nel settore dell’esportazione tessile e lo sviluppo dell’eco-turismo, alimentato da habitat naturali di assoluta integrità e dalla particolare biodiversità isolana.
Drammatica la situazione infantile: “un bambino su due sotto i cinque anni soffre di malnutrizione cronica”. I rapporti di Amnesty International considerano il Paese africano (colpito da cicliche siccità e cicloni tropicali) tra i più martoriati “al mondo dai cambiamenti climatici che, a loro volta, generano carestie”. Un’emergenza ambientale globale che maltratta e ferisce ancor più, in modo sproporzionato e irreversibile, i Paesi in via di sviluppo.
E all’interno delle criticità del Madagascar, s’inserisce la recente presentazione letteraria di “Faccia di Luna” (Edizione Il Trampolino) nei suggestivi ed accoglienti locali d’arte del MacLula (Museo Diffuso di Arte Contemporanea Lula). L’opera di Giuseppina Doneddu (nota Pinuccia) racconta la tribolata ordinarietà quotidiana di un villaggio malgascio, Jangany, frutto dell’esperienza diretta, vissuta tra il 2010 e il 2013, dalla dottoressa sarda Peppina Pala, medico volontario. A coordinare l’incontro, con preziosità e sensibilità nel percorrere i legami narrativi tra i cinquantacinque capitoli, la dottoressa Franca Carboni, neuropsichiatra infantile.
“Faccia di Luna” si pone come volano di sensibilizzazione alle problematiche e realtà, in una sintesi di sofferenze ed estreme indigenze di quotidianità, della popolazione malgascia; un percorso tra colori, sapori, odori, natura incredibilmente unica, tradizioni e costumanze ancestrali e miserie “che risucchiano il visitatore indietro di secoli”.
I brevi ed agili capitoli che compongono la pubblicazione, rivissuti con partecipazione e coinvolgente sentire e scrittura da Pinuccia Doneddu, ripercorrono l’esperienza e gli stessi sentieri emozionali ed impegni vissuti dalla volontaria sarda: una condivisa denuncia delle povertà del mondo e soprattutto il rilievo della condizione di bambini senza sogni, senza alimenti, senza cure e senza i basilari elementi di scuola e cultura, per considerare un progetto reale di sviluppo e di riscatto umano e sociale.
Cristoforo Puddu
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