«Riaprite le palestre, fateci lavorare», il grido di aiuto e di dolore di due imprenditori
«Riaprite le palestre, fateci lavorare». Il grido di aiuto e di dolore di due imprenditori sassaresi del settore sport: Daniele Pinna e William Solinas.
SASSARI. Hanno investito per rendere le loro palestre sicure, per dare garanzie agli atleti che ogni giorno si allenano nei loro spazi. Adesso sono pronti a manifestare il 28 ottobre a Cagliari, davanti al Consiglio regionale, e il 30 a Sassari, in piazza d’Italia, per dire no alla chiusura di palestre e piscine. Tra gli imprenditori dello sport del territorio, con alle spalle oltre 20 anni di attività, e che si sentono penalizzati dalle ultime scelte del governo ci sono anche Daniele Pinna e William Solinas della palestra Kamaleonte Fitness.
La palestra Kamaleonte Fitness di via Budapest 3 vive una situazione drammatica. A gennaio di quest’anno i due titolari, Daniele Pinna e William Solinas, hanno investito in nuovi locali, hanno iniziato la ristrutturazione che a marzo hanno dovuto interrompere, a causa del lockdown. Tre mesi difficili, senza introiti ma con i lavori da finire e l’affitto da pagare per 300 mq di superficie.
A giugno, con il via libera del governo, sono riusciti a riaprire la loro palestra, «ma con un sesto degli atleti che avevamo prima – affermano – perché in molti hanno continuato ad aver paura del coronavirus».
La palestra si è adeguata alle normative anticovid: posti distanziati negli spogliatoi, niente docce, apertura con prenotazione, contingentamento delle presenze, igienizzazione delle mani e sanificazione dei locali e delle attrezzature quindi controllo della temperatura in ingresso. «Chiediamo la possibilità di lavorare – affermano i due titolari di Kamaleonte Fitness – almeno con gli stessi orari di bar e ristoranti. Dieci ore di apertura, dalle 8 alle 18, ci aiuterebbero a far fronte alle spese di affitto e luce. In questo modo potremmo lavorare anche con servizio di personal trainer».
Da parte loro anche la richiesta della «regolamentazione del settore e il riconoscimento della nostra professione».
Questo stop rischia di mettere al tappeto i due giovani imprenditori. «Lavoriamo nel settore da 20 anni – concludono – e la nostra palestra è frequentata anche da persone diversamente abili a cui questo blocco farà mancare un momento di svago sia fisico che mentale. Questo ulteriore blocco sarà un vero e proprio colpo al cuore».