Sabato a Ozieri l’inaugurazione della mostra del pittore Eugenio Bardzki
L’esposizione si compone di circa 90 dipinti e disegni, di cui la metà provenienti dalla collezione Bardzki di Roma.
OZIERI. “Eugenio Bardzki, tra Sardegna e sogno”. Questo il titolo della prima mostra antologica del pittore, disegnatore, scultore e illustratore romano Eugenio Bardzki (1908-2008) che sarà inaugurata dall’Amministrazione comunale e l’Istituzione “San Michele”, sabato 4 giugno alle ore 18 al civico museo archeologico “Alle Clarisse”. Resa possibile dal fondamentale contributo della famiglia, l’esposizione si compone di circa 90 dipinti e disegni, di cui la metà provenienti dalla collezione Bardzki di Roma, ed è accompagnata da una monografia sull’artista curata dai critici d’arte Michele Calaresu e Mario Lai.
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Bardzki era molto legato a Ozieri (città di origine della moglie Stefania Angeletti), qui infatti nel 1948 realizzò e donò un grande olio su tela tutt’ora presente nella Cattedrale. Nel 1979, sempre nella città logudorese, dipinse un grande affresco per la chiesa di S. Sebastiano e nel 1980 eseguì un grande ciclo di affreschi per la chiesa di S. Francesco (foto in basso), dove sono presenti anche 5 grandi oli su tela.
Eugenio Bardzki è da annoverare tra i più grandi artisti italiani di pittura “fantastica” (o “fantasy”, come più recentemente viene definito questo genere) del XX secolo, prima dell’avvento della tecnologia digitale. Si dedicò per oltre 70 anni alla raffigurazione dei paesaggi (anche sardi, con particolare attenzione al Logudoro e ad Ozieri), all’arte sacra, alla pittura “fantastica” e all’illustrazione dei libri (circa 50 opere editoriali, prevalentemente per ragazzi).
In maniera originale l’artista si ispirò ai grandi pittori del passato (quali Turner, Blake, Füssli, Puvis de Chavannes, Klinger, Böcklin, Kubin o Magritte) creando personalissimi mondi, intrisi di mitologia classica, saghe nordiche e avventure medioevali.
Parallelamente alla pittura “fantastica”, Bardzki conduce una propria ricerca nel campo della pittura di paesaggio, trovando ispirazione nella natura sfolgorante del nord Sardegna, nella città di Roma e nei paesaggi del Centro Italia.
Se la Sardegna è per lui l’eterno della natura, il paesaggio romano è soprattutto la scoperta di scorci inediti nei luoghi più noti della città storica: immagini immote e sospese nel tempo. Qui la tecnica e il gusto per gli acquerelli sembrano fare stretto riferimento alla grande stagione paesaggistica inglese dell’Ottocento (quella di Constable, Turner e Burne-Jones), in cui l’aspetto documentario si intreccia con un’inquietudine tipicamente romantica.
La mostra rimarrà aperta al pubblico fino a domenica 3 luglio (salvo proroghe) dal martedì al venerdì, dalle ore 9 alle 13 e dalle ore 15 alle 19, il sabato e la domenica dalle ore 10 alle 13 e dalle ore 15 alle 18. Nell’arco temporale dell’esposizione sono previsti alcuni
appuntamenti speciali: sabato 18 giugno alle ore 20.30 nelle sale del museo si esibiranno i “Bonayres”, formazione musicale che sta emergendo nel panorama della musica del tango argentino; in un altro sabato da definire sarà possibile infine apprezzare le analisi proposte da una nota storica dell’arte.