Santiago di Compostela, nove pellegrini ozieresi sulla via di San Giacomo
«Un’emozione che almeno una volta nella vita tutti dovrebbero provare».
OZIERI | 26 luglio 2024. Erano anni che lo programmavano, senza però riuscire a concretizzare per vari motivi, ma lo scorso giugno è stata la volta buona e così la comitiva ozierese composta da Pinuccetto Sechi, Leonardo Manca, Stefania Ladoni, Mena Baule, Simonetta Pinna, Caterina Bellu, Tore Peigottu, Giuseppe Zappareddu e Marta Benito, è partita decisa alla volta di Santiago di Compostela (Spagna), conosciutissima meta di un pellegrinaggio che, nel loro caso, si è dipanato fra le Asturie e la Galizia, per complessivi 310 chilometri.
Per sei dei pellegrini il cammino è iniziato da Oviedo, mentre per gli altri tre ha preso avvio da Castroverde. Il Cammino scelto da loro, chiamato Primitivo, è considerato fra i più impegnativi e meno battuti a causa delle importanti difficoltà dovute all’altimetria, al terreno impervio e al freddo, vento e pioggia che lo caratterizzano, «anche se – come i componenti del gruppo dicono all’unisono – questo non ci ha impedito di godere dell’incomparabile bellezza dei paesaggi e dei territori che abbiamo attraversato».
Il gruppo ozierese ha potuto usufruire nella circostanza dell’esperienza di Giuseppe Zappareddu, che ha camminato per la quinta volta in direzione Santiago di Compostela fungendo da guida, e della conoscenza della lingua di Marta Benito, catalana residente ad Ozieri e quindi preziosa interprete e traduttrice grazie alla quale molti problemi sono stati prevenuti e/o risolti in tempi brevi.
«L’elemento caratterizzante del Cammino – hanno detto i componenti del gruppo ancora emozionati per l’esperienza vissuta – è stata la condivisione della fatica e della gioia, e per noi è stata molto importante la parte spirituale, curata dal giovane sacerdote-pellegrino polacco don Mattia, conosciuto per caso lungo il percorso, che con la sua semplicità ha saputo guidare la comunità in cammino con emozionanti momenti di preghiera nelle diverse piccole chiese che si trovano sulla strada e che vengono lasciate aperte appositamente per i pellegrini».
Il Cammino di Santiago, che come risaputo è prima di tutto un cammino di fede, di condivisione e di incontro con tantissime altre persone di ogni nazionalità con le quali scambiare le emozioni/esperienze che si vivono lungo il percorso, ha avuto il suo epilogo quando, dopo l’arrivo a Santiago i “nostri” hanno potuto partecipare alla celebrazione Eucaristica nella Cattedrale, ed alla cerimonia del botafumeiro, il secondo più grande incensiere del mondo dopo quello di Cava dei Tirreni, ed hanno potuto abbracciare la statua di San Giacomo, ultimo atto, questo, da sempre atteso da ogni pellegrino.
«Un’emozione che almeno una volta nella vita tutti dovrebbero provare», questa la conclusione dei partecipanti, tornati a casa entusiasti per l’esperienza vissuta e pronti a fare il bis, magari aggiungendo chilometri al Cammino, in un futuro che auspicano non molto lontano.
Raimondo Meledina
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