Sclerosi multipla, i sardi tra i popoli più colpiti al mondo
Nell’isola l’incidenza è di 370 casi ogni 100mila abitanti.
SASSARI. Gli studi epidemiologici descrivono la Sardegna come una delle aree al mondo con maggiore incidenza e prevalenza di sclerosi multipla. Una malattia che colpisce le persone in giovane età, soprattutto le donne. Nella nostra isola, infatti, si registrano 370 casi ogni 100mila abitanti. Ma l’incidenza dei nuovi casi è doppia rispetto a quella che si registra nella penisola.
Ecco perché, nell’approccio a questa malattia, è importante mettere in campo una gestione multidisciplinare del paziente, oltre alla necessaria integrazione tra ospedale e territorio.
Il corso-convegno “Update sulla sclerosi multipla”, organizzato venerdì 25 novembre dalla Clinica neurologica dell’Aou di Sassari diretta dal professor Paolo Solla, ha messo in evidenza questi aspetti. L’incontro, che nella sala convegni del Grazia Deledda ha riunito gli esperti isolani del settore, ha ricordato come questa patologia produca un impatto significativo a livello individuale, familiare, sociale ed economico. I lavori sono stati aperti dal rettore dell’Università di Sassari, Gavino Mariotti.
La sclerosi multipla è una patologia infiammatoria, cronica, caratterizzata dalla degenerazione delle guaine mieliniche del sistema nervoso centrale, il cui andamento è spesso non prevedibile. Ha, più spesso, un esordio in età giovane adulta, raramente infantile, con limitazioni funzionali spesso importanti.
«La Sardegna è una delle aree al mondo con maggiore incidenza e prevalenza – ha ricordato Roberto Zarbo, responsabile scientifico del corso-convegno – e stiamo parlando di una malattia che colpisce le persone in giovane età, soprattutto donne in giovane età. Quindi è chiaro che è una malattia cronica che la persona si porta dietro per tutta la vita – ha ribadito – ed è importante tenere presente questo nella gestione della malattia quindi anche nella gestione delle terapie».
Nel Nord Sardegna, la Clinica neurologica dell’Aou di Sassari rappresenta un punto di riferimento per almeno 500.000 abitanti e segue oltre 1.500 persone in età adulta affette da sclerosi multipla. L’assistenza al paziente in ambito neurologico ha necessità di elevate competenze per ogni ambito specifico e spesso occorrono diversi esami di tipo immunologico, genetico e di diagnostica per immagini. Soltanto con una adeguata collaborazione e sinergia fra le diverse figure è infatti possibile garantire al paziente un’adeguata gestione di una patologia a elevata complessità come la sclerosi multipla.
«Quando bisogna gestire queste patologie così complesse – ha ripreso Zarbo – è fondamentale l’integrazione fra ospedale e territorio, per dare le migliori risposte possibili al paziente nei diversi momenti della malattia».
E questo è stato anche il tema centrale della tavola rotonda che ha visto seduti assieme medici ospedalieri, del territorio e di famiglia, che si sono confrontati sui temi centrali dell’incontro.
Il corso-convegno ha permesso di scattare una fotografia dello scenario terapeutico attuale, quindi del ruolo dell’infettivologo e del radiologo. Spazio è stato dedicato all’esordio della malattia nell’età evolutiva ed è stato ricordato che la Neuropsichiatria infantile dell’Aou di Sassari, diretta dal professor Stefano Sotgiu, rappresenta un punto di riferimento per la cura di una patologia che nel nord Sardegna ha una incidenza molto elevata.
L’occasione è stata anche quella per aprire il dibattito sul Pdta nazionale per la sclerosi multipla, di recente pubblicazione, che rappresenta un significativo strumento in termini di pianificazione della gestione delle problematiche e bisogni della persona affetta da sclerosi multipla. Gli esperti quindi si sono soffermati sul decreto ministeriale numero 77 del 2022, che punta a una riorganizzazione della medicina territoriale.
Il corso-convegno – che ha ottenuto il patrocinio dell’Aou di Sassari e dell’Ordine dei medici della provincia di Sassari – è stato organizzato in collaborazione con MC Relazioni pubbliche.
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