Siccità, Coldiretti Sardegna: «Serve subito lo stato di emergenza e calamità naturale»
Aziende agropastorali e ortofrutticole in ginocchio.
La Sardegna è ancora stretta nella morsa del caldo e della siccità con le aziende agricole, pastorali e ortofrutticole che sono allo stremo. «Non c’è un minuto in più da perdere ed è necessario dichiarare subito lo stato di emergenza». Coldiretti Sardegna rilancia per l’ennesima volta il suo appello, ancora rimasto inascoltato nonostante le centinaia di agricoltori scesi nelle strade di tutta l’isola in mobilitazione nell’ultimo mese per far sentire il loro grido di dolore per la grande sete. E proprio per mettere in campo gli interventi necessari e fondamentali per un supporto alle aziende e ai territori serve approvare lo stato di calamità naturale.
Una situazione che continua a peggiorare nonostante la reale e concreta disponibilità dell’assessorato regionale dell’Ambiente e della Protezione civile che da subito si sono messi a disposizione per dare una mano ad aiutare allevatori e agricoltori sull’emergenza idrica. «Purtroppo i pesantissimi cavilli amministrativi e burocratici – dice Coldiretti – impediscono di aiutare in modo immediato le imprese sarde. Per questo da tempo è stato richiesto lo Stato di emergenza per poter attivare provvedimenti straordinari e tagliare questa burocrazia in modo emergenziale, attraverso atti della presidenza della Giunta. Ma le difficoltà continuano proprio per il fortissimo ritardo del processo di dichiarazione di uno stato di calamità naturale che, come suggerito da tempo – sottolinea Coldiretti –, può essere ampiamente giustificato dai dati in possesso di Arpas e dei satelliti, senza bisogno di inutili e dispendiose verifiche sul campo di ovvi danni».
«La situazione è sempre più di disastrosa, soprattutto in Baronia, Bassa Gallura, Sarrabus, Ogliastra, Basso Campidano e Cagliaritano con le scorte d’acqua che si stanno esaurendo, pozzi prosciugati e crescenti difficoltà economiche per far arrivare la risorsa idrica nei territori anche solo per abbeverare gli animali – rilanciano Battista Cualbu e Luca Saba, presidente e direttore Coldiretti Sardegna –, nonostante gli interventi dell’assessorato dell’Ambiente che ringraziamo per l’impegno concreto insieme alla Protezione civile e ai tanti Comuni isolani, ancora oggi riscontriamo come l’assenza della dichiarazione dello Stato di calamità naturale stia frenando tutti gli interventi per alleviare la grande sete dei nostri campi. In questi giorni continuiamo a ricevere centinaia di richieste d’aiuto dai territori soprattutto per reperire le risorse idriche. Di fronte a questo, lo stato di emergenza garantirebbe non solo la possibilità di utilizzo immediato di misure straordinarie – concludono Saba e Cualbu –, ma anche la possibilità di utilizzare soldi nazionali già stanziati dallo Stato per le calamità naturali attraverso il fondo AgriCat».
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