Siccità, situazione di emergenza nei bacini del Lerno e del Coghinas
Il Consorzio di Bonifica del Nord Sardegna lancia l’allarme per la stagione irrigua. Il presidente Stangoni: «Necessario intervenire con azioni strutturali, soprattutto con l’ammodernamento delle linee di distribuzione idrica».
OZIERI | 10 febbraio 2024. La crisi idrica colpisce duramente anche le campagne del territorio servito dal Consorzio di Bonifica del Nord Sardegna, che ha divulgato dati drammatici sulla carenza d’acqua. Appena 14,5 milioni i metri cubi sono stati misurati il 31 gennaio nell’invaso del Lerno, il bacino che alimenta la piana di Chilivani (70,5 mila ettari di campi in una delle zone a maggiore vocazione produttiva della Sardegna), che un anno esatto fa ne conteneva 5 milioni in più, 19,66 milioni. Ancora più grave è la situazione del bacino che serve la Bassa valle del Coghinas, pieno appena al 33,5 per cento (74,36 milioni di metri cubi d’acqua), ovvero meno della metà rispetto al gennaio 2023.
«È chiaro che ci troviamo in una situazione di emergenza: con la grande incognita delle precipitazioni è difficile portare avanti una programmazione che risponda al meglio alle esigenze delle aziende – spiega Toni Stangoni, presidente del Consorzio di Bonifica del Nord Sardegna –. Sono loro per prime che chiedono come sarà impostata la campagna irrigua, per poter da subito avviare le lavorazioni dei terreni e fare gli investimenti necessari. E questo è il tempo della programmazione di tutta l’annata irrigua in base alle scorte che vengono comunicate dalle stesse autorità regionali. Ed è qua che la politica deve fare la sua parte».
«È necessario – prosegue Stangoni – che i nuovi amministratori regionali capiscano che è necessario intervenire con azioni strutturali importanti, non solo con nuove dighe e nuovi bacini di accumulo, ma anche e soprattutto con l’ammodernamento delle linee di distribuzione idrica. Ancora si assiste a uno spreco che non possiamo più permetterci a fronte di un clima spesso siccitoso che non segue più l’alternanza secondo la quale abbiamo impostato i nostri sistemi produttivi. Azioni che devono far parte di una strategia a lungo termine che ci eviti di dover rincorrere emergenze continue e eventuali mancate produzioni con la conseguenza di diventare meno competitivi e maggiormente soggetti all’importazione di materie prime per la nostra economia alimentare».
«Nel breve periodo poi – conclude il presidente del Consorzio – è chiaro che le aziende stesse non possono far fronte da sole agli alti e bassi degli andamenti meteorologici. Occorre quindi che ci sia ascolto e laddove è necessario si intervenga con gli aiuti che permettano alle aziende di sanare perdite importanti o mancate produzioni».
A.C.
In copertina: la diga del Lerno (foto di repertorio)
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