Strage di Chilivani, stamattina la cerimonia in ricordo dei Carabinieri Walter Frau e Ciriaco Carru
Ventiseiesimo anniversario della strage di Chilivani.
CHILIVANI. Si è svolta questa mattina in località Perde sèmene, vicino a Chilivani, la commemorazione per la morte di Walter Frau e Ciriaco Carru, i due carabinieri che esattamente 26 anni fa caddero vittime di un agguato ad opera di una banda di malviventi.
Alla commovente cerimonia che ha luogo dall’anno successivo alla strage avvenuta il 16 agosto 1995, erano presenti i parenti di Frau e Carru, la vice sindaca di Porto Torres Simona Fois, il vice sindaco di Ozieri Gigi Sarobba, il comandante provinciale dei carabinieri della provincia di Sassari, colonnello Dionisio De Masi, il colonnello Luca Corbellotti, il comandante della Compagnia dei carabinieri di Ozieri, Andrea Asuni, i colleghi ed ex colleghi dei militari uccisi, autorità militari e civili. Per la Regione Sardegna, l’unico presente alla commemorazione, come ogni anno, è stato l’onorevole Dario Giagoni.
Ciriaco Carru, originario di Bitti, sposato, 32 anni e Walter Frau, originario di Porto Torres, che avrebbe compiuto 30 anni qualche giorno dopo la strage, in quel caldo pomeriggio di agosto erano di pattuglia a Pattada. Ad un certo punto furono allertati dalla caserma della presenza di un’autobetoniera, rubata qualche giorno prima, nella statale 597 in località Perde sèmene e subito si precipitarono sul posto per dei controlli. All’interno del mezzo i due militari trovarono un arsenale e arrestarono Salvatore Antonio Giua di Buddusò, che si trovava in una autovettura vicino all’autobetoniera, ed immediatamente avvisarono la centrale operativa di quanto stava avvenendo.
A quel punto, si scatena l’inferno: i malviventi, appartenenti ad una banda che con l’autobetoniera avrebbero dovuto compiere una rapina ad un furgone portavalori che secondo i loro agganci sarebbe dovuto transitare in quella strada, iniziano a sparare con i kalashnikov alle spalle contro i due carabinieri. Carru risponde al fuoco ferendo Graziano Palmas – che poi ammazzerà lo stesso Carru – e uccidendo Giua che, approfittando della situazione, tentava la fuga verso Chilivani. Nel frattempo Walter Frau sparava contro un altro malvivente, Andrea Gusinu, ferendolo. Ma Frau viene colpito dai colpi del nuorese Sebastiano Pirino e cade a terra esanime, a pochi metri di distanza dal suo collega Carru.
Quella stessa sera Gusinu e Palmas vennero fermati a Padru a bordo di un camioncino guidato da Palmas, il quale si suicidò con un colpo di pistola prima di essere arrestato. Pochi giorni dopo, l’arresto degli altri componenti della banda: Salvatore Sechi di Olbia, Sebastiano Demontis di Buddusò, Sebastiano Pirino di Arzachena, Cosimo Cocco di Bonarcado e Milena Ladu di Olbia.
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I malviventi dopo essersi appellati ai vari gradi di giudizio, verranno tutti condannati all’ergastolo il 26 luglio 1997, confermati dal giudizio di appello del 27 giugno 1998, che confermerà gli ergastoli. Solo Milena Ladu in appello vedrà la sua pena ridotta da 25 a 24 anni e Cosimo Cocco aumentata la sua pena in appello da 22 a 24 anni di carcere, nonostante abbia deciso di collaborare con la giustizia. La Ladu dal 2005 peraltro è stata messa in libertà. Carru e Frau, per il loro sacrificio e il loro attaccamento all’Arma dei carabinieri, sono stati premiati con la medaglia d’oro al valore militare.
Ad oggi, la vicenda presenta ancora molti lati oscuri, a cominciare dalla possibilità che della banda di malviventi facessero parte altri complici, dei quali ad oggi non si conoscono i nomi e sui quali le famiglie dei due militari uccisi, vogliono venga fatta chiarezza. Di questo si fa oggi portavoce Roberto Frau, fratello di Walter, a sua volta carabiniere, recentemente ferito nel corso del suo lavoro.
Ma tra i parenti delle vittime presenti, prende al cuore ed emoziona, il dolore composto della madre di Ciriaco Carru, Giuseppina, che in silenzio, appena arriva, depone i fiori e prega sulla tomba del figlio, le cui pietre sono state ripristinate da Sebastiano Sanna di Nughedu: prova a trattenere a fatica le lacrime, come tutti. E rivive quel tragico giorno di ventisei anni fa, come fosse oggi. Un dolore che non avrà mai fine.
Maria Vittoria Dettoto