Tecnologia e multidisciplinarietà: nuovi orizzonti nella chirurgia ospedaliera

Tenuto a Sassari il primo corso di aggiornamento dell’anno per medici chirurghi. Ospite la presidente della commissione regionale alla Sanità Carla Fundoni.
SASSARI | 1 aprile 2025. I tumori più avanzati si registrano con maggiore frequenza nelle persone che abitano nei centri più distanti dagli ospedali. I costi, la scarsa informazione, la carenza di screening e l’età avanzata della popolazione contribuiscono inoltre a incrementare i già pesanti disagi che la sanità sarda sta affrontando. È quanto emerso sabato scorso durante il primo corso di aggiornamento dell’anno per medici chirurghi, organizzato dall’Omceoss a Sassari, dal titolo “Tecnologia e multidisciplinarietà: nuovi orizzonti nella chirurgia ospedaliera”.
L’evento formativo, che ha visto la partecipazione del presidente della commissione regionale alla Sanità Carla Fundoni, ha evidenziato la necessità di una rete per fornire un’assistenza più capillare a tutta l’utenza anche a quella che risiede nei luoghi più lontani dagli hub dei capoluoghi di provincia.
La giornata si è aperta con i saluti del presidente Salvatore Lorenzoni e l’appello del vicepresidente dell’Ordine dei medici Nicola Addis sull’obbligo formativo dei professionisti della sanità.
L’incontro, presieduto da Giuseppe Carta, direttore della Chirurgia di Ozieri, e Carlo Pala, direttore della Ssd Endoscopia Week Surgery e Chirurgia ambulatoriale di Alghero, è proseguito con la presentazione dei contributi di Giuseppe Cherchi, Claudia Piredda, Antonella Nieddu, Giuseppe Ruggiu, Valentina Dettori e Giuseppina Sanna. I relatori, provenienti dalle strutture di Ozieri, Alghero e Sassari, hanno evidenziato l’importanza delle nuove tecnologie messe in campo nella chirurgia, sempre meno invasive, come la tecnica della laparoscopia, le video capsule endoscopiche da ingerire, l’uso di cellule staminali e l’utilizzo della robotica, ma soprattutto si è posto l’accento sulla multidisciplinarietà tra i professionisti che prendono in carico i pazienti per definire coralmente i processi diagnostico-terapeutici.
Grande spazio si è dato al confronto tra settori sanitari, con il fattivo apporto della componente infermieristica e la cui funzione è strettamente legata a quella del chirurgo, che è stata sintetizzata come “l’arte di aiutare l’arte”. Alla discussione hanno partecipato oncologi, radiologi, anestesisti, gastroenterologi, endoscopisti, coordinatori del blocco operatorio, oltre ai vari chirurghi e ai medici di medicina generale, vero fulcro di tutto il sistema sanitario.
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