• 25 Novembre 2024
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Il territorio di Ozieri capofila per il rilancio del vino rosato?

Produttori ozieresi vino

OZIERI. Il territorio di Ozieri potrebbe essere capofila per il rilancio nella vitivinicoltura del vino rosato? Per gli esperti la risposta è affermativa! Messo in secondo piano, dalla produzione enologica italiana, che ha puntato le sue attenzioni sui vini bianchi e rossi, richiesti dal mercato, ora pare stia rivivendo una seconda giovinezza, grazie anche alla novità: la fondazione nel 2019 dello “Istituto italiano del vino rosato autoctono”, con il supporto di alcune regioni italiane, dove è storia e tradizione, fatto che potrebbe divenire opportunità, per il nostro territorio.

Il consumo del vino rosato in Sardegna è del 5%, mentre la produzione del 9%, quasi interamente appartenente alle grandi cantine. Il consumo in Francia arriva al 35%, ed in crescita nel Nord Europa.

«Per le caratteristiche pedo-climatiche e per la secolare tradizione produttiva, il territorio di Ozieri vanta una vocazione naturale alla produzione del vino rosato – afferma l’esperto Giuliano Lenzini – patron di Enoturismo in Sardegna e Promotore del “Premio Gallura”, concorso enologico regionale. Sono decine i viticoltori che lo producono ottenendolo da un “uvaggio” di uve bianche e rosse, alcune delle quali autoctone, anche se la legislatura attuale prevede solo la vinificazione di uve rosse. Ma questo, sottolinea, riguarda solo le aziende vitivinicole».

Giuliano Lenzini

Lenzini allarga la sua disanima alla tradizione otieresa: «In passato era molto diffuso nelle numerose osterie che esistevano in città, ritenuto vino di intrattenimento, meno soggetto ad ossidazione, servito nel tradizionale bicchiere, dal contenuto limitato, “sa ridotta”, molto in voga nelle cantine e nei ritrovi, con maggiore bevibilità, rispetto ai corposi rossi, che solitamente venivano acquistati provenienti da altri territori».

Lenzini completa il discorso allargandolo ai prodotti agro-alimentari «Pensare in futuro a una valorizzazione in ambito produttivo e turistico di questo vino è l’obiettivo che deve coinvolgere tutti, unitamente alle altre produzioni di eccellenza, che devono essere rivalutate con una produzione più importante è una espansione oltre Tirreno: come i famosi sospiri, copulette, pane fino, e il biscotto di Ozieri, prodotto oggi dalla pasticceria Cannas e nel passato da Domenico e Pietro Bellu, che, a mio modesto avviso, qualitativamente superiore a biscotti di altri centri dell’Isola, inseriti tra le 100 eccellenze italiane».

Lenzini conclude la sua disanima soffermandosi – sull’offerta disponibile: «Ozieri metterebbe sul piatto della bilancia, quella culturale, da non trascurare e dell’ospitalità, come accade in occasione de “Su Trinta ‘e Sant’Andria” di cui il vino locale è la base dell’evento».   

Giuseppe Mattioli

nuvustudio_Olbia
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