Tumore polmonare e terapie, convegno venerdì ad Alghero
ALGHERO. Il tumore polmonare, che rappresenta la prima causa di morte per cancro nel mondo, sarà al centro del convegno che si aprirà domani, venerdì 18 novembre, al Catalunya di Alghero. L’appuntamento organizzato dall’Oncologia medica dell’Aou di Sassari diretta dal dottor Antonio Pazzola porta il titolo “Focus sui tumori toraco-polmonari. Aggiornamenti basati sull’evidenza”.
I lavori inizieranno alle ore 10 con gli interventi del rettore dell’Università di Sassari Gavino Mariotti e del direttore sanitario dell’Aou di Sassari Luigi Cugia.
Tre le sessioni previste: quella mattutina si concentrerà sulla malattia avanzata e l’oncogene addicted, quindi nel pomeriggio la seconda avrà come tema l’immuno-terapia oncologica mentre quella conclusiva la malattia al terzo stadio. All’incontro saranno presenti, in qualità di relatori, specialisti della penisola provenienti dallo Ieo di Milano e dal San Carlo Forlanini di Roma.
«Attualmente la terapia del tumore polmonare – affermano Carlo Putzu e Giovanni Maria Fadda, responsabili scientifici del convegno – si avvale di numerosi progressi che derivano dall’integrazione di varie competenze, in un reale approccio multidisciplinare. Il trattamento delle neoplasie polmonari ha visto, negli ultimi anni, importanti passi in avanti, in particolare grazie alla scoperta del cosiddetto checkpoint immunitario e dei farmaci che agiscono a tale livello, la classe dei nuovi immunoterapici, oltre alla disponibilità sempre maggiore di farmaci a bersaglio molecolare, ovvero attivi e particolarmente efficaci su tumori che presentano specifiche alterazioni molecolari».
Gli oncologi spiegano che in presenza delle mutazioni di sensibilità, di cui le più diffuse sono EGFR e ALK, e KRAS, sono oggi disponibili farmaci di impiego anche comune nella pratica clinica. Tali trattamenti hanno dimostrato migliore efficacia e tollerabilità rispetto alla chemioterapia. «È indispensabile individuare i pazienti portatori delle mutazioni per cui sono disponibili farmaci attivi – riprendono Putzu e Fadda – per avviarli prima possibile al trattamento con questi specifici inibitori».
La ricerca di queste mutazioni necessita di una stretta collaborazione fra oncologo e patologo. I nuovi studi sull’immunoterapia, trattamento che ha rivoluzionato la prognosi di quei pazienti che non presentano alterazioni molecolari, hanno definito meglio la collocazione di tale trattamento antineoplastico. L’impiego degli anticorpi monoclonali che bloccano i checkpoint immunitari, inizialmente utilizzati in seconda e prima linea di trattamento anche associati alla chemioterapia, si sta spostando nelle fasi più precoci del trattamento. Questo allo scopo di aumentare la platea di pazienti per cui si può ancora cercare di ottenere la guarigione.
Il convegno offrirà, quindi, anche occasione di riflessione sulla terapia del Nsclc, cioè non-small cell lung cancer, sull’impatto scientifico e sulle potenziali ricadute terapeutiche dei più recenti dati disponibili.
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