Un quintale di prodotti ittici senza tracciabilità: denunciati 4 ristoratori
I locali sono tutti della costa Sud Occidentale della Sardegna.
Nella giornata di ieri, nell’ambito dell’operazione “Estate Tranquilla 2021 – Prodotti Ittici” disposta dal Comando Carabinieri Tutela Salute di Roma, i carabinieri del NAS di Cagliari, con la collaborazione delle Stazioni competenti per territorio, hanno segnalato all’autorità amministrativa e sanitaria i legali responsabili di quattro esercizi di ristorazione, ritenuti responsabili di violazioni amministrative inerenti alla mancata rintracciabilità delle derrate alimentari.
In quattro ristoranti della costa Sud Occidentale della Sardegna i militari hanno rinvenuto, sia pur correttamente conservati, oltre un quintale di prodotti ittici dei quali non era possibile ricostruire la provenienza né dall’etichettatura né dalla documentazione commerciale custodita. Tali prodotti sono stati sottoposti a sequestro amministrativo e si sta valutando l’entità delle sanzioni pecuniarie da irrogare.
Un aspetto importante della sicurezza alimentare è appunto la “rintracciabilità” – definita dal Regolamento (CE) 178/2002 – come “la possibilità di ricostruire e seguire il percorso di un alimento, di un mangime, di un animale destinato alla produzione alimentare o di una sostanza destinata o atta ad entrare a far parte di un alimento o di un mangime attraverso tutte le fasi della produzione, della trasformazione e della distribuzione”.
Lo scopo è quello di far sì che tutto ciò che entra nella catena alimentare (mangimi, animali vivi destinati al consumo umano, alimenti, ingredienti, additivi ecc.) conservi traccia della propria storia, seguendone il percorso che va dalle materie prime fino alla erogazione al consumatore finale.
La rintracciabilità consiste nell’utilizzare le “impronte”, ovvero la documentazione raccolta dai vari operatori coinvolti nel processo di produzione, per isolare un lotto produttivo in caso di emergenza, e consentire al produttore e agli organi di controllo che hanno il dovere di vigilare sulla sicurezza alimentare del cittadino, di gestire e controllare eventuali situazioni di pericolo attraverso la conoscenza dei vari processi produttivi (flussi delle materie prime: documentazione di origine e di destinazione ecc.).
Fino al 2005 erano rintracciabili solo alcuni prodotti, quali carni, pesce e uova, quelli cioè più a rischio per la salute del consumatore. Dal 1° gennaio 2006, con l’entrata in vigore del “Pacchetto Igiene” l’obbligo della rintracciabilità è stato esteso a tutti i prodotti agroalimentari, il che consente di individuare qualsiasi prodotto in ognuna delle fasi del ciclo produttivo.