Un terzo della popolazione sarda a rischio povertà
Quasi il 7% dei sardi in condizione di grave deprivazione materiale e sociale. Mellino (Anap Confartigianato): «Numeri che fanno rabbrividire».
Un terzo dei sardi a rischio povertà o esclusione sociale e quasi il 7% della popolazione isolana in condizione di grave deprivazione materiale e sociale. Questo il preoccupante quadro sulle condizioni di vita e reddito delle famiglie isolane che emerge dalla rielaborazione fatta dall’ANAP Confartigianato Sardegna, l’Associazione Nazionale degli Anziani e dei Pensionati, sulla rilevazione dell’Istat 2022-2023, che evidenzia anche una riduzione generalizzata dei redditi reali a causa dell’inflazione.
Per la precisione i dati affermano come il 32,9% della popolazione della Sardegna nel 2023 sia stata a rischio di povertà o esclusione sociale, valore in calo rispetto al 36,4% del 2022 ma, in ogni caso, sopra alla media nazionale passata nello stesso periodo dal 24,4% del 2022 al 22,8% dell’anno appena passato.
Allarmante anche l’analisi sui sardi in condizione di grave deprivazione materiale e sociale: nel 2023 si attestarono all’6,9%, in aumento rispetto al 6,7% del 2022 e sopra la media nazionale del 4,7%. Nonostante l’aumento dei prezzi, è calata la quota di popolazione isolana a rischio di povertà attestandosi al 29% nel 2023 rispetto al 30.8% dell’anno precedente. In ogni caso il 17,1% delle famiglie sarde vive a bassa intensità di lavoro rispetto al 20,1% dell’anno precedente.
«Sono numeri che fanno rabbrividire perché ci dicono come un terzo della popolazione sarda abbia a che fare, quotidianamente, con la difficoltà di consumare pasti dignitosi, di curarsi, di avere abitazioni decorose e di istruirsi ovvero come abbiano a che fare con la povertà – commenta Giovanni Mellino, presidente regionale di ANAP Confartigianato Sardegna, l’Associazione Nazionale degli Anziani e dei Pensionati di Confartigianato, e vice presidente nazionale – tutto ciò riflette la complessa situazione economica e sociale della Sardegna nel 2023 ed evidenzia la necessità di interventi mirati per migliorare le condizioni di vita delle famiglie e ridurre il rischio di povertà e esclusione sociale nella regione».
«Dietro a questi freddi numeri ci sono anziani e pensionati con redditi al minimo, disoccupati e lavoratori poveri, famiglie monoreddito e ex occupati che dal mondo del lavoro sono stati espulsi ma anche tutti coloro che hanno perso la speranza di trovare una occupazione dignitosa – conclude Mellino – ovvero tutte quelle fasce deboli che con l’inflazione e le crisi che si sono susseguite hanno perso la capacità di spesa».
A questi dati l’ANAP Sardegna aggiunge anche quelli sulle pensioni nell’Isola il cui totale ammonta a 8,4 miliardi, di cui 5,4 miliardi per vecchiaia, pari al 30% dell’ammontare della spesa per consumi sostenuta in un anno dalle famiglie sarde. Attualmente i pensionati per vecchiaia sardi sono 267mila con un ammontare di 5miliardi e mezzo di euro, equivalenti a un importo medio di 19mila euro pro capite.
L’Associazione dei Pensionati e Anziani di Confartigianato Sardegna ricorda anche come nella regione vi siano 414mila over 65 che incidono sulla popolazione per il 26,2%. Secondo il report il totale dei pensionati sardi è di 450mila, con 649mila pensioni erogate che apportano al sistema economico regionale 8miliardi e mezzo di euro di risorse annue che, con un importo medio di 13mila euro pro capite, contribuiscono alla spesa delle famiglie sarde per il 30% dei consumi.
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