Vertenza sanità Sassarese, i sindacati chiedono incontro urgente con l’assessore Nieddu
Per Cgil, Cisl e Uil è basilare che ora si dia seguito alle «promesse fatte pubblicamente sia dall’Assessore che dal Presidente del Consiglio Regionale per il rilancio e la riorganizzazione del sistema sanitario, ospedaliero e territoriale».
SASSARI. I sindacati del Sassarese di nuovo sul piede di guerra. Stanche delle attese e dei silenzi della politica regionale sulla vertenza del comparto Sanità pubblica e privata del territorio, le segreterie confederali e della funzione pubblica Cgil, Cisl e Uil hanno scritto lo scorso 8 settembre una nota all’assessore regionale Mario Nieddu, al presidente del Consiglio Michele Pais, ai Consiglieri regionali, ai direttori generali dell’Aou Antonio Spano e dell’Asl Falvio Sensi.
Una missiva per ricordare sia l’impegno assunto lo scorso 11 luglio, che prevedeva un nuovo incontro a metà di settembre con le organizzazioni sindacali, ma anche per rimarcare il fatto che ancora non è stato sottoscritto il verbale relativo agli impegni presi dalla politica proprio nella riunione di luglio.
«Questi impegni, che avrebbero dovuto iniziare a realizzarsi proprio da questo settembre – sottolineano le tre segreterie –, sono fondamentali per invertire la tendenza al declino del nostro sistema sanitario».
A tal proposito i sindacati ricordano alcuni dei fattori di forte criticità inseriti nella vertenza: «cattiva organizzazione del lavoro e scarsa qualità dei servizi ospedalieri e territoriali, dovuti anche ad almeno 20 anni di tagli e all’incapacità politica di programmare le dotazioni organiche insieme alla dirigenza; gestione del personale in termini di reclutamento, stabilità e valorizzazione professionale; stabilizzazioni dei lavoratori a tempo determinato e al reclutamento in forma stabile di quelli in regime di somministrazione attraverso procedure concorsuali.
E ancora: «L’incompiutezza degli interventi strutturali già finanziati sull’edilizia sanitaria, come la realizzazione del materno infantile ed ampliamento del pronto soccorso di Sassari, nonché alcuni interventi sull’ospedale di Alghero, che devono immediatamente passare alla fase esecutiva di realizzazione; il fatto che la riforma Nieddu risulta non pienamente attuata e comunque, nel merito, incompiuta e monca all’origine, a causa della previsione in legge regionale di un soggetto come ARES, di fatto un clone di ATS. Infatti ARES mantiene quasi tutte le competenze di ATS e quindi, così come strutturata, impedisce la piena autonomia delle nuove ASL in tema di finanziamenti, programmazione e personale».
Tra le altre problematiche evidenziate dai sindacati c’è anche quella che riguarda il sistema privato, dove si registra «l’inadeguatezza del sistema di accreditamento in termini di tariffe e volumi di attività, la scarsità dei finanziamenti e la sperequazione nella loro assegnazione tra i vari territori della Sardegna». Infatti – spiegano le tre sigle – appaiono datati e quantomeno incompatibili con i costi di gestione in relazione a quanto erogato». Una situazione questa che «sta minacciando la tenuta occupazionale e salariale del personale afferente alle realtà private (Ge.Na. e strutture psichiatriche del DSMD in appalto) che contano oltre 200 addetti». In questo quadro del tutto ingiusto appare inoltre anche il «rapporto di 1 a 8 nel finanziamento della sanità privata tra il Sassarese e altri territori».
Secondo le tre segreterie serve anche «accelerare il completamento degli interventi strutturali per l’apertura dell’Hospice individuato presso il presidio San G. Battista di Ploaghe e inoltre, ove sia possibile, venga integrato il personale medico che consenta di riaprire alcuni reparti del Presidio unico di Alghero e Ozieri e di riprendere l’attività, anche operatoria, nel minor tempo possibile».
In definitiva, per Cgil, Cisl e Uil Confederali e della Funzione Pubblica, occorre a questo punto che riprenda con urgenza il confronto e si dia seguito alle «promesse fatte pubblicamente sia dall’Assessore che dal Presidente del Consiglio Regionale, questo per dare ed offrire una vera prospettiva di rilancio e riorganizzazione del sistema sanitario, ospedaliero e territoriale».
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