XXXVIII Marcia della Pace, da Terralba un grido di speranza
Tanti bambini, famiglie, amministratori comunali, volontari delle Caritas diocesane dell’isola, sacerdoti e associazioni hanno risposto ieri all’appello lanciato da comitato promotore.
TERRALBA | 26 gennaio 2025. Si è svolta ieri a Terralba la XXXVIII marcia della pace, evento promosso dal comitato promotore, composto dalla delegazione regionale Caritas Sardegna, dalla Caritas diocesana di Ales-Terralba, dalla Pastorale Giovanile e Vocazionale diocesana, dal CSV Sardegna Solidale, dall’Unità Pastorale di Terralba e dal Comune di Terralba.
La veglia di preghiera è stata guidata da mons. César Essayan (nella foto in basso), vescovo a Beirut e vicario apostolico della Chiesa latina in Libano. La sua preziosa testimonianza ha fatto riflettere e toccato il cuore di tutti i presenti che hanno pregato assieme per la pace, specialmente in Medio Oriente.
«Il Libano – ha detto il mons. Essayan – pur essendo un piccolo paese di solo 10.452 km quadrati, era stato definito da Papa Giovanni Paolo II come “un messaggio” del Vivere Insieme offerto al mondo. È il Libano il messaggio che vogliamo annunciare e difendere, è il Libano il messaggio che rinasce dalle sue ceneri ogni volta che sanguina fino a morire. Parlare del Libano e del suo popolo è raccontare la salvezza che si attua quando il Vangelo viene preso sul serio malgrado tutto».
È importante parlare di pace nella nostra terra e far conoscere la situazione del Libano per interrogarci e non abituarci mai a sentir parlare di guerre, di sofferenza, di morte. La guerra tutto distrugge e non possiamo stare in silenzio a guardare. Come detto dal comitato nell’appello, «la guerra avvolge il destino di milioni di persone in tutti i continenti: dall’Africa all’America, dall’Europa all’Asia all’Oceania. Sembra che nulla abbiamo imparato, che nulla vogliamo costruire: uomini e donne, bambini e anziani, tutti vittime dell’assurda ricerca del potere politico e militare, del benessere economico a discapito di altri, di sempre maggiori ricchezze finanziarie sulla pelle dei poveri. Siamo circondati da tragedie senza fine, delle quali spesso riesce difficile anche comprendere il perché». Non dobbiamo guardare dall’altra parte ma sentirci chiamati a essere portatori di speranza. Dobbiamo farci tutti costruttori di pace.
All’appello lanciato dal comitato promotore hanno risposto numerosi da tutta la Sardegna, per camminare insieme e costruire sentieri di pace. Tanti bambini, famiglie, amministratori comunali, volontari delle Caritas diocesane della Sardegna, sacerdoti e associazioni hanno partecipato alla Marcia , tutti uniti, convinti che ci si salva solo assieme.
Dal piazzale dell’Istituto De Castro, importante istituto scolastico del territorio, punto scelto non a caso per il raduno, la folla in corteo ha raggiunto la Chiesa San Pietro dove ha vissuto un intenso momento di preghiera. Attimi toccanti che arrivano dritti al cuore: nella sua testimonianza mons. Essayan ha inoltre ricordato che «in tutti questi anni le porte delle chiese e degli istituti religiosi in Libano sono stata sempre aperte per tutti, e che le differenze di religione e di origine, che in Libano non sono mai state un problema, alla luce del Vangelo diventano occasione per una migliore testimonianza di cosa significa essere discepoli di Cristo. L’accoglienza anche dei musulmani profughi del Sud del Libano in casa nostra è diventata, pur nella sofferenza, opportunità per la ricerca di una maggiore fratellanza».
A conclusione della ricca serata, animata dal coro dell’Unità pastorale di Terralba, il sindaco di Terralba Sandro Pili ha voluto esprimere gratitudine per questo momento così intenso vissuto come una grande comunità e dato un omaggio a nome dell’Amministrazione comunale al vescovo di Nuoro e Lanusei mons. Antonello Mura, delegato per la Carità della Ces, mons. Roberto Carboni, arcivescovo di Oristano e vescovo di Ales-Terralba, don Marco Statzu, delegato regionale di Caritas Sardegna e Giampiero Farru, presidente del Csv Sardegna Solidale.
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